L’Idrokinesiterapia, dal greco idro=acqua e kinesi=movimento, più nota come riabilitazione in acqua, si fonda sul principio che l’acqua sostiene gran parte del peso del corpo creando un ambiente di microgravità favorendo l’esecuzione dei movimenti con un corretto lavoro muscolare anche in condizioni di ridotto tono muscolare e di difficoltà di carico.

Il movimento in acqua sfruttando i principi dell’acqua calda , sui 32 gradi, uniti alla semplicità del movimento dovuto alla diminuzione del peso corporeo (microgravità) favorisce il rilassamento muscolare sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale innalzando la soglia del dolore e riducendo la componente antinfiammatoria migliorando l’irrorazione sanguinea, con una conseguente miglior libertà  di movimento subito apprezzata dai pazienti.

Altra proprietà importante dell’acqua è quella della resistenza al movimento direttamente proporzionale alla velocità con il quale si effettua il gesto, infatti si crea una resistenza uniforme su tutto l’arto coinvolto, permettendo al paziente di poter effettuare un rinforzo muscolare adeguato e progressivo rispetto al suo stato di salute senza correre il rischio di fare uno sforzo maggiore rispetto alle sue capacità visto che sarà lo stesso paziente a controllare la resistenza esercitata su se stesso.

Un ulteriore caratteristica molto importante è l’instabilità che l’acqua crea, questo permette di poter effettuare una serie di esercizi mirati alla gestione di equilibrio sia statico che dinamico in totale sicurezza andando così a migliorare il controllo motorio neuromuscolare e ridurre il rischio di cadute.

Da non dimenticare che il paziente in acqua si muove con agilità e disinvoltura, di conseguenza, anche da un punto di vista psicologico acquisisce sicurezza e fiducia in questo tipo di riabilitazione.

I risultati che si ottengono con gli esercizi in acqua sono evidenti da subito:

  • Rilassamento muscolare
  • Sollievo dal dolore
  • Mantenimento o miglioramento della mobilità articolare con minor sforzo
  • Recupero della deambulazione
  • Miglioramento della circolazione arteriosa e linfatica
  • Miglioramento della forza muscolare in assenza di carico
  • Miglior gestione dell’equilibrio sia statico e dinamico
  • Minor tempo di recupero in un percorso riabilitativo
  • Benefici psico/fisici

La riabilitazione in acqua non è consigliata se il paziente soffre di:

  • Insufficienza cardiaca
  • Infezioni cutanee o ferite aperte
  • Incontinenza
  • Particolari forme di tumori, otiti, sinusiti
Idrokinesiterapia riabilitazione in acqua
L’idrokinesiterapia è indicata per:

  • Dolori muscolari e articolari da ossa da artrosi (per gli anziani, in particolare, questo tipo di riabilitazione è molto indicata perché meno traumatica sulle ossa);
  • Riabilitazione muscolare e articolare pre operatoria;
  • Riabilitazione muscolare e articolare post operatoria, soprattuto a carico di spalle, ginocchia, anche e caviglia;
  • Riabilitazione post fratture degli arti inferiori
  • Malattie neurologiche degenerative che ne compromettono il movimento (come il morbo di Parkinson);
  • Rieducazione motoria delle patologie della colonna vertebrale;

In generale il trattamento riabilitativo in acqua risulta ideale in tutti quei casi di dolore e gonfiore da infiammazione.

Per fare idrokinesiterapia non è necessario saper nuotare (ed il nuoto non è una indicazione terapeutica!), il fisioterapista si avvale di ausili galleggianti ben posizionati nel caso in cui il paziente debba lavorare da supino o da prono ed usare una manualità idonea a dare sicurezza.

Ogni assetto terapeutico proposto dal fisioterapista ha uno scopo ben preciso e si adatterà alle capacità del paziente che lavorerà sempre in sicurezza.

 

“Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume del liquido spostato, ciò determina l’effetto di alleggerimento del corpo immerso.” Archimede

Idrokinesiterapia nella spalla

Nelle patologie di spalla si instaurano spesso retrazioni fibrose procurate dall’immobilità o da infiammazioni che generano dolore alla mobilizzazione e conseguente perdita di forza.

Anche nel percorso post chirurgico se la terapia viene cominciata precocemente in acqua (ad esempio dalla terza settimana di immobilizzazione post-chirurgica), si guadagna tempo nel recupero e si avrà meno dolore grazie ai principi prima descritti.

Il fisioterapista proporrà tecniche manuali, esercizi passivi, attivi -assistiti e attivi facilitate dalla resistenza idrodinamica e dalla spinta idrostatica, avendo la sensazione di essere coccolati e non “aggrediti”, lavorando su più aree terapeutiche simultaneamente, ad esempio sul dolore, sulla propriocettività, sul recupero articolare (ROM) e sul deficit di forza con semplici varianti nella modalità di esecuzione .

La temperatura, il rilassamento globale, l’ambiente microgravitario contribuiscono a facilitare il compito della riabilitazione, ma se una spalla è rigida fuori dall’acqua non basta immergersi per rimuoverla spontaneamente o su comando, infatti la terapia va effettuata con un progetto riabilitavo mirato.

L’idrokinesiterapia precoce in problemi complessi come la spalla dolorosa o rigida non può essere confusa con generiche attività di gruppo o di balneazione, è indicata per garantire il prima possibile l’autonomia (vestirsi, lavarsi, guidare l’auto, etc.) e deve essere integrata con altre terapie manuali o strumentali a secco, come ad esempio la tecarterapia, e realizzando esercizi domiciliari dati dal fisioterapista nel completare il processo riabilitativo.

Il dolore normalmente viene controllato già durante l’esecuzione della seduta, solitamente si esce dalla vasca con una sensazione di maggior libertà.

I diversi assetti terapeutici proposti dal fisioterapista sono:

  • La posizione supina con l’ausilio di galleggianti, utile per eseguire manovre di mobilizzazione attiva e passiva con l’ausilio della resistenza idrodinamica per mobilizzare l’articolazione scapolo omerale, per allentare le retrazioni della catena muscolare antero-interna e del muscolo sottoscapolare.
  • La posizione verticale da seduti, con le indicazioni e le mobilizzazioni del fisioterapista si effettuano esercizi terapeutici per facilitare il recupero dell’abduzione e dell’elevazione (fino a 90 gradi), della rotazione esterna ed interna.
  • La posizione prona, con l’aiuto del fisioterapista e degli ausili galleggianti servirà per completare l’elevazione e l’abduzione.
Idrokinesiterapia alla spalla

CONCLUSIONI SULL’ IDROKINESITERAPIA ALLA SPALLA

 

  • L’idrokinesiterapia ha grandi potenzialità, va effettuata precocemente e in abbinamento alla terapia manuale o strumentale e all’esercizio terapeutico.
    Questo permette di soffrire meno, dedicare meno tempo alle sedute e tornare ad essere autonomi nel minor tempo possibile.

 

  • L’idrokinesiterapia consente di cominciare rapidamente il recupero della spalla dolorosa o rigida e. soprattutto nel post-operatorio, senza avere controindicazioni alle prescrizioni del chirurgo ortopedico, come ad esempio l’evitare movimenti in abduzione, movimenti di trazione o con resistenze precoci.

 

  • Oggi sempre più persone scoprono il beneficio dell’idrokinesiterapia e non va considerata una terapia a se stante, ma una valida proposta terapeutica capace di integrarsi con altre metodologie fisioterapiche.

 

Attualmente collaboriamo e ci appoggiamo presso la piscina: Acquadventure Park di Baveno.

 

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