La riabilitazione del pavimento pelvico è una pratica clinica con una lunga storia ma solo da pochi anni ha avuto, perlomeno in italia, una accelerazione del suo processo di diffusione: perché?

Tra i principali motivi vi è il fatto che tutta la sfera del pavimento pelvico e ciò che ne concerne, quindi organi genitali, apparato riproduttivo e escretore risultano essere ancora un tabù. Facci caso, difficilmente si sente parlare di problematiche fisiche durante i rapporti sessuali, di perdite di urina dopo aver partorito, o di dolori durante il ciclo mestruale.

Sicuramente questo è dato dal fatto che si tratta di argomenti intimi, ma allo stesso tempo la poca informazione condanna molte persone a dei rimedi che sono solo dei palliativi, o che hanno lo scopo di “limitare i danni”, solo perché non sanno che ci potrebbe essere una soluzione definitiva o magari più completa mediante l’aiuto di un fisioterapista specializzato. Talvolta anche “solo” un programma specifico di esercizi può regalare grandi soddisfazioni!

Lo scopo di questo articolo è di dare luce al mondo del pavimento pelvico, parlando dei suoi aspetti principali, delle caratteristiche della sfera riabilitativa e di quali sono le maggiori problematiche che possono essere curate. Buona lettura.

 

Riabilitazione del pavimento pelvico: quando, come e a chi rivolgersi.

Cosa si intende per pavimento pelvico?

Con il termine “pavimento pelvico” si fa riferimento alla superficie posta alla base del bacino. Sono stati individuati tre diversi strati muscolari che ti elenchiamo qui di seguito:

  • diaframma pelvico: che è formato dall’elevatore dell’ano, un muscolo che comprende tre diversi ventri muscolari che hanno il coccige come perno. Questi tre fasci sono ileo-coccigei, ischio-coccigei e pubo-coccigei. Questo diaframma rappresenta lo strato più profondo del pavimento pelvico;
  • diaframma urogenitale: risulta essere attraversato dall’uretra e dalla vagina e comprende il muscolo trasverso profondo del perineo e i legamenti posti tra pube e uretra. Questo diaframma, se visto in sezione anatomica assomiglia ad un triangolo che ha per base una linea immaginaria che collega le due tuberosità degli ischi, i lati sono le due branche ischio pubiche e vertono verso la sinfisi pubica;
  • area superficiale degli sfinteri: è costituita di 4 porzioni muscolari:

– muscolo costrittore della vagina;

– muscolo trasverso superficiale del perineo;

– muscolo ischio-cavernoso;

– muscolo sfintere dell’ano.

 

Riabilitazione del pavimento pelvico, in cosa consiste

Prima di tutto ci teniamo a sfatare un mito: la riabilitazione del pavimento pelvico non riguarda solo le donne ma anche gli uomini. Tra le caratteristiche principali c’è infatti il trattamento, la prevenzione e la cura di condizioni di incontinenza sia essa fecale o urinaria che possono essere presenti sia nel sesso femminile che in quello maschile, ma delle condizioni a cui è indicata questa riabilitazione parleremo nel paragrafo successivo.

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L’elemento che caratterizza questo aspetto della fisioterapia è sicuramento la presa di consapevolezza di questa parte del corpo, che è molto spesso sconosciuta. In effetti se ci rifletti bene la muscolatura pelvica non è visibile come quella del quadricipite, e non è possibile poter notare visivamente i progressi ottenuti durante un allenamento.

Per questo il primo grande lavoro che effettua il fisioterapista in questo ambito è sicuramente utilizzare una serie di strategie che permettano al paziente di prendere coscienza della muscolatura pelvica, di conoscerla, e successivamente passare agli esercizi specifici, che possono avere allo scopo di rinforzare o rilassare la muscolatura.

Vengono utilizzati degli accessori specifici?

Durante la prima seduta il fisioterapista effettuerà un colloquio informativo specifico andando ad effettuare un’anamnesi completa del paziente per intraprendere una corretta terapia comportamentale. Durante le sedute di Riabilitazione del pavimento pelvico si può ricorrere all’ utilizzo della terapia fisica strumentale quale biofeedback che consente al paziente di vedere il grado di contrazione e rilascio della sua muscolatura pelvica attraverso uno schermo e l’utilizzo di elettrodi nella cavità vaginale o anale. Si può utilizzare in caso di dolore anche una stimolazione elettrica antalgica o Tecarterapia con specifici manipoli per l’utilizzo vaginale.

 

La riabilitazione pelvica oltre agli esercizi prevede specifiche tecniche di terapia manuale che vengono eseguite sia esternamente che internamente al pavimento pelvico. Molto importante è l’autotrattamento e il programma domiciliare che il paziente dovrà affrontare come terapia di mantenimento dei risultati raggiunti. La frequenza delle sedute varia dalle due volte a settimana nei casi che necessitano di particolare attenzione a una volta al mese, nei pazienti in cui sono stati raggiunti già progressi importanti.

Indicazioni per la riabilitazione del pavimento pelvico

Le condizioni dolorose e non, che vengono trattate con questo tipo di riabilitazione sono molte e qui di seguito elencheremo le più frequenti:

  • Incontinenza urinaria da sforzo, da urgenza o mista di cui parleremo nel dettaglio nel paragrafo successivo.
  • Incontinenza fecale.
  • Prolassi di vescica, utero, retto.
  • Dispareunia o dolore sessuale.
  • Disfunzioni sessuali.
  • Dolore pelvico cronico.