In italia l’aspettativa di vita è aumentata, secondo l’OMS il nostrro paese si posiziona tra i primi dieci paesi per longevità della popolazione.

Con il passare degli anni può capire di sottoporsi a un intervento di sostituzione protesica che può interessare l’anca, il ginocchio o altri distretti.

Dopo l’intervento è importante incoraggiare uno stile di vita attivo, come abbiamo visto nel precedente blog, molti studi dimostrano come un incremento dell’attività fisica riduca il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari, quindi anche dopo una protesi è fondamentale la ripresa motoria corretta e adeguata.

Dopo questo tipo di operazione è importante avere delle attenzioni nello svolgimento di determinate attività, in primis quelle sportive, vediamo quali sono.

QUALI SPORT PRATICARE?

In ambito clinico gli sport si differenziano tra alto impatto (corsa, sci, salto eccetera) e basso impatto (camminata, nuoto, ciclismo).

In molti studi scientifici gli sport più consigliati dopo un intervento di impianto protesico sono quelli a basso impatto, anche se alcuni, tra quelli ad alto impatto, tipo lolo sci o il tennis, con le dovute precauzioni possono essere praticati; altri invece sono fortemente​ sconsigliati, come arti marziali, calcio e basket.

I principali rischi nel praticare sport ad alto impatto dopo un intervento di protesi sono:

  • Fratture periprotesiche;
  • Lussazione della protesi;
  • Mobilizzazione precoce della protesi per un aumento dei carichi.

L’uso della bicicletta dopo un intervento di protesi è considerato un ottimo esercizio per riprendere l’attività sportiva, ma avendo cura di prestare attenzione a dei piccoli particolari.

Bisogna avere cura delle nostre articolazioni sia che siano normodotate, (evitando o cercare di posticipare il più avanti possibile un eventuale intervento), sia per preservare le articolazioni protesizzate.

Un impianto protesico, mediamente a livello scientifico ha una vita media di circa 15/20 anni, sia che esso sia in titanio, ceramica o polietilene. Dopo questo periodo, l’impianto tende ad usurarsi e ciò può portare alla sostituzione totale o parziale denominata “revisione protesica”.

Importante oltre all’attività sportiva, bisogna mantenere un peso forma con un BMI (Indice di Massa Corporea) corretto per poter dare il minor stress possibile all’articolazione artificiale e di conseguenza una maggior usura.

QUANDO E COME RIPRENDERE A PEDALARE?

Dopo qualsiasi intervento bisogna tener presente che è fondamentale rispettare i tempi di prognosi indicati dall’ortopedico  e osservare il progetto e programma riabilitativo stilato dal fisioterapista.

Normalmente viene consigliato di riprendere la bicicletta sia muscolare che assistita non prima di 3 mesi dopo l’intervento con il consenso dell’ortopedico.

Se nel pre e poi nel post-intervento si effettua un iter riabilitativo corretto si avrà un recupero dell’ROM (Range of Motion) completo e della forza e del controllo neuromuscolare per riprendere l’attività sportiva.

Bisogna prima di riprendere a svolgere un’attività sportiva come il ciclismo avere un idonea preparazione atletica e scegliere la bicicletta giusta, oltre che dei percorsi idonei e non pericolosi (tipo Singol-track), perché l’osso intorno alla protesi è più debole e quindi in caso di violente cadute, è più a rischio di fratture.

Nella scelta della bicicletta meglio optare per un modello comodo, per non incidere in maniera particolare sulla postura e che non sforzi la nuova articolazione “artificiale”.

E’ importante essere posizionati correttamente in sella in modo che le articolazioni lavorino dal punto di vista biomeccanico al meglio senza sovraccarichi.

Presso Fisiovco è possibile effettuare il bike fit per valutare la migliore biomeccanica sulla propria bici.

Dopo una accurata valutazione fisioterapica specifica per il ciclista vengono studiati gli angoli articolari, i movimenti del bacino e della colonna e le pressioni in sella, tutti questi dati danno indicazioni sulle modifiche biomeccaniche da effettuare sulla bici del ciclista per ottimizzare la pedalata.

Durante le prime uscite post-operatorie è consigliato evitare cambi di ritmo, allunghi o accelerazioni improvvise, ma cercare di pedalare con un movimento armonico e più fluido possibile, utilizzando (anche noleggiandola presso i numerosi punti di noleggio) l’e-bike sia con un modello come una city bike, una E-gravel o ancora meglio con una E-MTB biammortizzata.

Con una E-MTB biamortizzata le sospensioni potranno attutire meglio i colpi derivanti da eventuali disconnessioni del terreno e avremo un minor impatto al livello della schiena e delle articolazioni.

La ebike negli ultimi anni ha preso sempre più piede, soprattutto tra pazienti sportivi portatori di protesi,​ perché permette di ottenere libertà e benessere fisico anche a chi non è più in grado o chi non deve sostenere sforzi di una certa entità (come nelle salite con l’uso della bici muscolare) o di eseguire​ range di movimento molto elevato( come con le bici da corsa “aerodinamiche”).

Con l’avvento dei nuovi motori lo sforzo del ciclista di adatta meglio allo sforzo della pedalata equilibrando le forze in sella; avendo differenze “potenze” del motore assistito si può gestire al meglio lo sforzo, quindi un paziente portatore di protesi può godersi una salita del Vco con un ridotto sforzo senza rischiare di sovraccaricare la neo articolazione.

LE 7 REGOLE POST PROTESI

Vediamo delle piccole “regole”per un paziente che vuole usare una E-bike o la sua bici muscolare dopo aver subito un intervento di protesi di anca e ginocchio:

  1. Riprendere le attività dopo aver completato il programma riabilitativo impostato dal fisioterapista e inserire l’uso dell’E-bike seguendo i consigli di quest’ultimo.
  2. Avere una buona preparazione atletica, con una buona mobilità e buona forza,  questo perché le nostre neo-articolazioni, per quanto sostituite al meglio, non saranno mai più come un’articolazione “normale”.
  3. Adottiamo una posizione in sella corretta e confortevole , per non rischiare sovraccarichi muscolo – tendinei al ginocchio, alle anche o alla schiena, effettuando un bike fit.
  4. Scegliere o noleggiare una bici comoda e confortevole (meglio un ‘E-Bike biammortizzata), regolando gli sforzi rendendoli equilibrati nella produzione delle forze in sella evitando  sprint e volate​.
  5. Iniziamo a pedalare con gradualità fino ad acquistare un gesto fluido e più naturale possibile, sia nella fase riabilitativA sia in quella di mantenimento
  6.  Se pedaliamo su strade bianche o su sterrati proteggersi con i giusti accessori, molto utili in una fase post-intervento di protesi dei pantaloncini da Gravel o MTB per proteggerci da eventuali cadute.
  7. Abbiamo nella nostra provincia dei bellissimi paesaggi, delle bellissime escursioni e della salite molto panoramiche, di diversa intensità proposte da Salite del VCO, quindi perché non effettuare un programma di mantenimento post -intervento su questi percorsI?