La spalla è una delle articolazioni più mobili del corpo umano, ma questa straordinaria capacità, che ci permette di poter muovere in diverse direzioni l’arto superiore, è allo stesso tempo il suo punto debole. È proprio per l’ampiezza dei suoi gradi di movimento che la spalla è esposta a numerosi rischi di essere soggetta a traumi o patologie sia nella vita quotidiana sia nelle attività sportive.

Concentriamoci adesso sulla cuffia dei rotatori; per cuffia dei rotatori si intende un’unità funzionale di quattro muscoli e relativi tendini, che dalla scapola si inseriscono sull’omero e con la loro azione stabilizzano la spalla. Questi muscoli sono:

  • Muscolo sovraspinoso
  • Muscolo sottospinoso
  • Muscolo piccolo rotondo
  • Muscolo sottoscapolare

La patologia più comune riguarda i tendini di questi muscoli che possono essere caratterizzati da fenomeni acuti o cronici con presenza di segni di usura o sofferenza degli stessi (calcificazione, lesioni parziali) fino alla rottura completa non sempre in conseguenza di un trauma.

Quasi tutte le problematiche inerenti la cuffia dei rotatori sono ben risolvibili con la fisioterapia, fino anche alle lesioni complete più complesse che alla luce della ricerca scientifica più recente, hanno nel lungo periodo (6-12 mesi) una prognosi sovrapponibile a quella dell’approccio chirurgico che è sempre stato proposto come unica soluzione nei casi più gravi.

Non esiste un protocollo standard di fisioterapia per la cuffia dei rotatori perché come illustrato esistono, come sempre in medicina, infinite variabili cliniche riferibili ad una specifica diagnosi medica, che riflettono l’unicità del paziente stesso.

Di conseguenza il fisioterapista esperto e competente dovrà valutare attentamente il quadro clinico che ha di fronte per poter impostare il miglior trattamento per quel paziente e per la sua condizione clinica specifica, che si tradurrà in una prognosi che sarà diversa, in modalità e tempi, per ciascun caso.

E’ possibile riassumere comunque il percorso terapeutico rispetto a determinati obiettivi che non sempre sono gli stessi per ciascun paziente, e sono:

  • Riduzione del dolore
  • Ripristino della mobilità passiva e attiva (PROM AROM)
  • Ricondizionamento delle performance legate ad attività specifiche (lavorative, sportive amatoriali)

Questi obiettivi si ottengono sempre con un approccio multimodale che si avvale di strategie e strumenti (anche tecnologici) specifici che sono:

In conclusione, in riferimento a questa patologia, oggi la ricerca scientifica più moderna e di maggiore qualità, identifica nel trattamento conservativo (di tipo fisioterapico) la soluzione ottimale per tutte le condizioni di varia gravità che affliggono la cuffia dei rotatori, sapendo che la chirurgia resta una valida alternativa in caso di fallimento e quindi mai come prima scelta terapeutica se non in casi altamente selezionati